Sollevatori telescopici: la formazione degli operatori
- 31/03/2022
Focus su normativa e sicurezza
Tra i macchinari che hanno avuto una maggiore diffusione negli ultimi anni ci sono sicuramente i sollevatori telescopici rotativi e non. Sono macchine potenti e affidabili ed anche caratterizzate dalla possibilità di montare diversi accessori in grado di modificarne la destinazione d’uso. Infatti possono essere equipaggiati con le tradizionali forche per il sollevamento di cose ma possono anche montare una cesta per il sollevamento delle persone e diventare, in tutto e per tutto, una piattaforma di lavoro elevabile (PLE). Oltre a questi accessori possono essere equipaggiati con un verricello con gancio per il sollevamento e diventare un’autogrù, oltre che montare una pala per il movimento terra. Con grande facilità e flessibilità queste attrezzature di lavoro in poco tempo possono essere convertite dal lavoratore direttamente in cantiere per svolgere funzioni tra loro anche molto diverse. E questa caratteristica è certamente uno dei motivi fondamentali del loro successo.
Per contro l’Accordo Stato Regioni del 22 febbraio 2012 ha stabilito regole molto rigide in tema di formazione per l’abilitazione all’utilizzo delle attrezzature di lavoro e sostanzialmente obbliga i lavoratori a sottoporsi all’abilitazione separatamente per tutti gli accessori che il sollevatore è in grado di montare. A partire dal corso carrelli elevatori a braccio telescopico (rotativi e non) della durata di 16 ore in aggiunta al percorso formativo per l’abilitazione all’utilizzo delle PLE (fino a 10 ore), a quello per l’utilizzo di gru mobili (14 ore) ed infine a quello per le pale caricatrici frontali (10 ore). Così il monte ore totale richiesto per chi si trova ad utilizzare un’attrezzatura come questa completa di ogni accessorio risulta evidentemente sproporzionato.
Si ritiene che sia certamente fondamentale procedere con un’approfondita analisi di tutti i rischi che queste attrezzature di lavoro implicano in relazione ai diversi accessori montati (il rischio relativo al sollevamento cose è evidentemente molto diverso dal rischio relativo al sollevamento di persone). Sarebbe però opportuno, a livello normativo, prevedere un percorso formativo specifico per i sollevatori telescopici con tutti gli accessori disponibili sul mercato, valutando in modo accurato i diversi rischi ma limitando la durata del corso ad una durata accettabile per le imprese, magari contenendola entro le due giornate di lavoro (16 ore).
Emanare regole che possano più facilmente essere applicate e quindi osservate dal mercato
sarebbe un modo efficace per migliorare il livello di sicurezza effettiva sui luoghi di lavoro.