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Unacea: il mercato construction sta rallentando, la fiducia resta alta, ma troppe incertezze gravano sul settore Si è tenuto il 25 luglio il consueto appuntamento di metà anno con Unacea e i dati sull’andamento del mercato italiano.

Unacea: il mercato construction sta rallentando, la fiducia resta alta, ma troppe incertezze gravano sul settore

  • 26/07/2023
Si è tenuto il 25 luglio il consueto appuntamento di metà anno con Unacea e i dati sull’andamento del mercato italiano.

In una diretta via Zoom, Luca Nutarelli, Segretario di UNACEA, ha introdotto i dati dell’andamento del mercato italiano delle macchine da costruzione, preceduto dalla consueta presentazione dell’andamento economico generale tenuta da Stefano Fantacone, direttore scientifico CER – Centro Europa Ricerche. Successivamente sono intervenuti i panelist David Bazzi, managing director Komatsu Italia Manufacturing, e Gianluca Calì, direttore marketing Cgt. Ha chiuso l’incontro il presidente di Unacea Michele Vitulano.

In sintesi: il mercato delle macchine construction sta infine dando segnali del previsto rallentamento, in scia con il rallentamento generale del settore manifatturiero. Le principali cause sono legate all’aumento vertiginoso dei tassi di interesse, all’inflazione e al concomitante taglio degli incentivi fiscali sull’acquisto di nuove macchine. Ma anche l’incertezza legata all’andamento del conflitto russo-ucraino da una parte, e al riarrangiamento del PNRR dall’altro, non aiutano. Le stime di Unacea a fine del primo semestre 2023 danno il mercato italiano delle macchine construction a un +2,7% a fine anno versus un 2022 che aveva chiuso a +19%. Meno bene le macchine stradali che invece potrebbero chiudere in negativo, con uno stimato -2,6%. Bene la bilancia commerciale che nei primi quattro mesi segna +16,7% in export e +14,3% in import rispetto allo stesso periodo del 2022, con un saldo positivo di 331 milioni di euro (+22,8%).

Unacea, l’andamento del mercato lascia prevedere un 2023 in rallentamento, benché positivo. Indicatori contrastanti, molte incertezze

L’economia mondiale sta rallentando, entrando in un ciclo basso del settore manifatturiero tout court. E a tale tendenza ribassista non sfugge il comparto construction. Dopo la cosiddetta “sbornia post Covid” l’economia sta tornando a livelli di sobrietà, in parte ciclicamente naturali, in parte innescati da una serie di coincidenze temporali negative: la guerra russo-ucraina ha inserito alcune variabili difficili da prevedere, come il rincaro dell’energia, che nel 2022 ha impattato negativamente sulla produzione. Ora lo shock energetico sembra essere stato riassorbito dalle aziende, cosa che ha fatto tornare il saldo commerciale complessivo in attivo.

Lo stato del ciclo economico è in discesa a livello globale (grafico a sinistra, linea blu per l’eurozona), mentre per ora reggono i servizi (grafico a destra). L’attesa ripresa del mercato cinese si sta facendo attendere più del previsto, cosa che ha contribuito alla flessione complessiva.

Alla crescita dell’inflazione, inoltre, USA e UE hanno risposto con politiche bancarie centrali intese all’aumento dei tassi di interesse, un aumento cresciuto ben al di là delle aspettative (si prevedeva una crescita dei tassi al 3% entro fine 2024, ma oggi l’andamento lascia intendere tassi al 4,5% entro fine anno).

Quindi se tutti gli indicatori sembrano confermare un moderato rallentamento, tutt’altro dice l’indice di fiducia, che in Italia risulta essere positivo e in aumento sia a livello di famiglie che nei settori construction, nei servizi e nel commercio. Fa eccezione il settore manifatturiero, dove l’indice è sceso rispetto al 2022, mantenendosi comunque su valori positivi.

Tale indice, soprattutto in ambito construction, è molto legato alle aspettative derivanti dalla riorganizzazione dei fondi del PNRR, che benché in ribasso (grafico sotto) restano comunque considerevoli e la maggioranza degli operatori del settore confida vengano distribuiti per la realizzazione di infrastrutture, cosa che interromperebbe il rallentamento, creando basi per un’inversione dell’attuale tendenza rilevata nella raccolta ordini di nuove macchine, che sta segnando il passo.

All’interno del quadro appena tracciato, Unacea ha dichiarato che, se proseguirà l’attuale andamento, il 2023 si chiuderà con un +2,7% (contro il +19% del 2022) per quanto riguarda le macchine construction (grafico a sinistra). Lo stesso non si può dire per il comparto macchine stradali (grafico a destra) che evidenzia un rallentamento più incisivo che porterà, salvo cambiamenti, a chiudere il 2023 a -2,6% versus il 2022, continuando il trend negativo già rilevato.  “Nonostante l’evidente rallentamento rispetto agli ultimi due anni” ha dichiarato Nutarelli, “il mercato resta comunque assestato su cifre non molto lontane dal mercato pre 2007/2008”.

Il rallentamento del settore construction è in atto a livello di economia globale dal 2021 (grafico), ma ci sono buone notizie. Rispetto alle previsioni di ottobre 2022, oggi Unacea ha rivisto il dato portando il mercato delle macchine construction mondiale a sfiorare le 1.200.000 unità vendute entro fine 2023. L’Italia inoltre sta vivendo un rallentamento moderato rispetto a quello globale, complice la congiuntura favorevole post Covid di aiuti e incentivi fiscali.

In conclusione

Dopo l’esposizione dei dati e delle analisi, la parola è passata ai panelist Calì e Bazzi, che si sono detti in massima parte d’accordo con l’analisi esposta. Se per Calì “Cgt arriva da due anni (2021 e 2022, ndr) davvero fenomenali in termini di risultati, in termini di raccolta ordini il primo trimestre 2023 ha fatto un po’ preoccupare, salvo poi vivere un secondo trimestre in ripresa. È come se il 2023 fosse iniziato ad aprile, e non a gennaio. Anche il dato delle ore macchina lavorate è leggermente in flessione del 5/6%. I nostri clienti hanno comunque un portafoglio ordini nutrito, cosa che, insieme agli sperati fondi del PNRR riversati nella realizzazione di infrastrutture, lasciano sperare in un 2023 complessivamente salvo da un saldo negativo”.

Un filo meno positivo Bazzi“in realtà mi aspettavo una previsione di chiusura del 2023 negativa, considerando non solo i segnali che arrivano dall’Italia, ma anche i numeri diffusi da CECE a livello europeo. In realtà stiamo ancora smaltendo una coda degli ordini pregressi, che si erano accumulati a causa delle difficoltà delle supply chain. Oggi le macchine sono disponibili, e la situazione si sta normalizzando. Anche i lavoro ci sono, e il dato delle ore macchina lavorate per Komatsu è ancora in linea con i valori del 2022. I clienti confidano nella partenza delle opere infrastrutturali, e nell’edilizia non residenziale, essendo quella residenziale in difficoltà a causa dei tassi di interesse elevati che stanno fermando gli acquisti di immobili e le ristrutturazioni. Purtroppo però gli stessi tassi influiscono anche sui costi dei leasing, cosa che spinge le aziende construction ad acquisti di macchine nuove più cauti. Se il PNRR farà ripartire i lavori, anche la raccolta ordini dovrebbe tornare a crescere e a quel punto le previsioni Unacea sono possibili. In caso contrario prevedo un 2023 a crescita zero o in leggera flessione”.

“Le dinamiche del mercato italiano sono sempre un po’ diverse da quelle globali, sia europee che mondiali” ha invece esordito Michele Vitulano, che non ha risparmiato parole di aspro rimprovero verso la politica monetaria USA e UE. “I rialzi dei tassi di interesse volti ad arginare l’inflazione sono una politica fallimentare su tutta la linea, perché fermano l’inflazione come conseguenza del fatto che bloccano la crescita economica. Da qui un 2023 che poteva andare come il 2022 ed invece è stato completamente bloccato, sia a livello globale che per quanto riguarda il nostro settore. A questo punto bisogna capire come sostenere il mercato e confidare in un corretto reindirizzamento delle risorse dl PNRR. Come settore ed associazione è nostro compito aiutare il Governo a capire che bisogna puntare sulla realizzazione delle infrastrutture, perché tali fondi posso supportare il settore construction che in molti dimenticano essere un pilastro primario dei risultati del PIL nazionale, sia in positivo che, ahimè, in negativo”.

Michele Vitulano, presidente Unacea e Responsabile Commerciale e Marketing di Indeco

“Si deve restare ottimisti anche davanti alla consistente diminuzione del portafoglio ordini” ha proseguito Vitulano. “L’Italia è comunque messa meglio di molti mercati europei, compresa la Francia, che sta performando meglio della Germania, davvero messa in crisi dalla politica di conversione energetica in atto (la chiusura delle centrali nucleari ha aggravato lo shock energetico, ndr) e dalle difficoltà che sta vivendo il comparto automotive, colonna dell’economia tedesca. In Italia il construction chiude un primo semestre 2023 positivo al traino degli ordini pregressi, ma la previsione sul secondo semestre resta a mio avviso negativa. Bisogna spingere il Governo a decidere con urgenza sul reindirizzamento del PNRR e a rivedere la politica degli aiuti fiscali che attualmente sono focalizzati su percentuali ridicole che, se invariate, saranno solo l’ennesima perdita di soldi”.

 

Fonte: macchinecantieri.it

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